Fino a poco tempo fa la Vitamina D (calcitriolo) non veniva quasi mai valutata durante i comuni esami ematochimici e, a dire il vero, ancora oggi, quando spesso mi capita di esaminare esami del sangue di alcuni pazienti, nel 50% dei casi la Vitamina D non è stata presa in considerazione.
Oggi sappiamo che la Vitamina D è a dir poco stupefacente nei suoi meccanismi funzionali, non solo per il noto effetto sulle ossa, ma anche per i benefici sull’apparato cardiovascolare, immunitario e su molti altri distretti del nostro corpo.
La Vitamina D ha un ruolo basilare nella gestione del sistema immunitario. La sua carenza è alla base di molte malattie autoimmuni (psoriasi, asma, SLA e molte altre).
La correlazione tra ipovitaminosi D e malattie del cuore e dei vasi è ormai evidente, infatti la Vitamina D, nelle cellule muscolari del cuore, modula l’attività immunitaria, difendendole dallo stress ossidativo che si verifica in corso di un’ischemia, dove in questa condizione la Vitamina D aiuta la cellula a sopravvivere.
La carenza di Vitamina D stimola una maggiore produzione di renina (sistema renina-angiotensina), una delle molecole implicate nel meccanismo dell’ipertensione arteriosa, e sembra abbia un ruolo di controllo nell’aumento del volume del cuore (ipertrofia ventricolare).
Bassi livelli di Vitamina D sono correlati a un aumento delle lipoproteine LDL e a una diminuzione delle HDL. Non vi è dubbio perciò che esiste una correlazione strettissima fra bassi livelli di Vitamina D e aterosclerosi. Controllare sempre la vitamina D nel sangue, anche per il benessere Cardiovascolare.
I probiotici che proteggono la salute cardiovascolare
Dal mondo della ricerca, sono sempre di più gli studi che confermano la necessità di avere una flora batterica intestinale in buona salute per migliorare la salute cardiovascolare e per prevenire danni relativi dovuti anche ad una sua deplezione.
Uno dei primi fattori da considerare per mantenere sano e attivo il muscolo cardiaco consentendo quindi una buona circolazione sanguigna, è il livello del colesterolo circolante nel sangue, dal momento che, un tasso elevato di colesterolo nel sangue, è proprio uno dei principali rischi per la salute cardiovascolare.
A questo riguardo, i batteri probiotici, si stanno rivelando come una delle complementarietà più all’avanguardia per controllare e contrastare il livello di questi grassi nel sangue.
I probiotici, come batteri attivi, devono giungere vivi all’intestino bypassando indenni la mucosa gastrica ed i suoi acidi, per potersi riprodurre, ripopolando e rigenerando il microbiota intestinale di ognuno di noi, consentendo appunto, di ridurre i livelli pericolosi di colesterolo nel sangue.
I meccanismi deputati a questo fine si possono sintetizzare:
1) Consumano il colesterolo della dieta e i sali biliari. Per questi batteri, infatti, il colesterolo è un alimento, e lo utilizzano per ottenere energia, eliminandolo così dalla luce intestinale ed evitando che possa venire assorbito.
2) Possono integrare il colesterolo nelle loro membrane e pareti cellulari, infatti, più si riproducono, più colesterolo riescono a captare, eliminandolo successivamente attraverso le feci.
3) Anche l’azione dei probiotici sui sali biliari è fondamentale dal momento che oltre al colesterolo presente nell’alimentazione, esiste anche un colesterolo endogeno che il fegato usa per produrre i sali biliari, che verranno usati per digerire i grassi. Questi sali biliari possono essere riassorbiti nell’intestino ed essere nuovamente trasformati in colesterolo.
Alcuni batteri probiotici sono in grado di agire sui sali biliari rendendoli meno idrosolubili, motivo per il quale tendono a precipitare e ad unirsi al colesterolo alimentare. In questo stato il colesterolo non può essere assorbito, e non può nemmeno essere digerito grazie ai sali biliari. Questo meccanismo risulta molto utile non solo per ridurre l’assorbimento del colesterolo alimentare, ma anche per contribuire all’eliminazione del colesterolo endogeno che il fegato produce nell’intestino sotto forma di sali biliari, ottenendo, così, una diminuzione del livello di colesterolo in eccesso nell’organismo.
I probiotici inoltre, influiscono anche sul metabolismo epatico del colesterolo agendo in modo tale da ridurre l’attività dell’enzima HMG-CoA reduttasi, che interviene nella sintesi del colesterolo e quindi nella produzione del colesterolo endogeno.
Il Lactobacillus Rhamnosus ad esempio, è un batterio probiotico che produce la proteina p75 capace di ridurre il danno ischemico, svolgendo di concerto un’azione protettrice per la salute cardiovascolare, così come il Lactobacillus Reuteri, che produce esopolisaccaridi, fibre che possono catturare il colesterolo e impedirne l’assorbimento.
È stato anche osservato che i batteri probiotici possono aiutare a regolare il sistema immunitario e la risposta infiammatoria, fattori che hanno una ricaduta positiva sulla salute cardiovascolare.
Una buona salute cardiovascolare dipende da molti fattori, ma anche dall’avere una flora intestinale sana, equilibrata e quindi attiva.