Esistono due tipi di infiammazione, differenti a seconda della loro durata all’interno dell’organismo. L’infiammazione acuta è il processo che si instaura in seguito ad un trauma, una ferita o un’infezione. In caso di infiammazione acuta l’organismo tenta di curare se stesso, ma va ad interferire con il fisiologico funzionamento delle cellule e le danneggia.
L’infiammazione cronica, invece, è una condizione di irritazione persistente che può non dare sintomi per anni ma può essere più distruttiva per i tessuti vitali di quella acuta. Essa coinvolge l’equilibrio immunitario, comporta danno da radicali liberi, stress ossidativo, alterazione degli equilibri fisiologici, invecchiamento precoce di pelle e tessuti, ecc...
Le patologie associate all’infiammazione cronica sono molteplici e varie: cardiache, come ictus, infarto e aterosclerosi; allergiche, incluse sinusite, eczema, e asma; autoimmuni, come lupus eritematoso, psoriasi, artrite reumatoide; neurologiche; dolori ossei oppure possono essere dovute a complicanze chirurgiche.
Una delle principali molecole pro-infiammatorie è la Proteina C Reattiva (PCR), prodotta dal fegato nella fase acuta di varie malattie, nei processi infiammatori di origine batterica e virale, durante l’infarto miocardico, nei reumatismi articolari acuti e cronici, nelle malattie autoimmuni, nel morbo di Chron, in caso di stress prolungati e cronici, in caso di DISBIOSI, nei soggetti obesi e in sovrappeso, nei sedentari che non praticano attività fisica, in chi ha il sonno alterato o soffre di insonnia, ecc…
Elevati livelli di Proteina C reattiva (PCR) indicano che l'organismo è sottoposto ad uno stress considerevole e cronico. Attualmente questo parametro viene considerato come predittivo di eventi cardiovascolari: quanto più elevati sono i livelli di PCR, tanto più alto è il rischio di avere un infarto miocardico o un ictus cerebrale. La PCR viene aumentata anche dalla maggiore presenza di grasso viscerale, poiché il tessuto adiposo stesso provoca un aumento dell’infiammazione rilasciando citochine pro-infiammatorie.
Come fare per ridurre l'infiammazione cronica?
Nei soggetti a rischio cardiovascolare e nei soggetti clinicamente sani è opportuno e consigliabile prevenire l’infiammazione curando l’alimentazione. Grazie ad una dieta equilibrata e bilanciata, che non preveda eccessi si può migliorare il proprio benessere e la propria salute. È sempre consigliabile fare una ricca colazione per dare energia all’organismo, mangiare frutta e molta verdura di stagione con potente attività anti-ossidante e anti-infiammatoria, fare pasti leggeri la sera per non favorire l’aumento della concentrazione di cortisolo ed insulina, riposarsi almeno 7 ore durante le ore notturne.
Scegliere le proteine derivanti dal pesce o utilizzare olio di semi di lino, ricchi di Omega 3 che hanno azione anti-infiammatoria, insieme alla frutta secca al naturale, non tostata ne salata.